giovedì 13 maggio 2010

crepuscolare

Un po' per prigrizia, un po' per disincanto, un po' per dove/come viviamo... mi sento molto crepuscolare da un punto di vista fotografico. Gozzano... a volte fotografo e mi pongo davanti il suo mondo, benché la fotografia sia per natura minimalista e sottrattiva. Mi piacciono le cose usuali, anche banali. Sono loro che ci fanno stare bene dove stiamo. Se dalla nostra stanza togliessero tutte quelle piccole cose che nel quotidiano si sono accumulate, cosa resterebbe del nostro luogo? SOno gli oggetti che parlano di noi, che ci fanno pensare a quante volte li sfioriamo con la tenerezza del pensare che fanno parte di noi. Quel ricciolo che ti sta sulla fronte e che ti caratterizza il peso dell'incedere. Questo voglio fotografare, non le tue forme, oggettive. E' quel ricciolo spettinato che apprezzo di te perché solo io penso di poter scovare. E' quando guardi di traverso la pioggia noiosa di questo maggio che ti fotograferei, non quando sei vestita a festa per uscire... per tutti; solo per me, in questo maggio che il cielo si sta portando via. E noi, sotto l'mbrello a guardare le gocce cadere ritmiche dagli spigoli d'ombrello (chissà come si chiamano quei cosi di metallo... chissà come si chiamano quei rigoli sulle tue guance, un po' pioggia, un po' lacrime, un po' sudore, umori di vita quotidiana; di oggi, di ieri; di domani.... chissà)

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